Sosta Obbligata

Rucker, Urja & Cassandra

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    Tennessee W. Rucker

    Wanderer / Bastard / Fire

    silvano

    < Penso che questo sia un nuovo record >
    In altre circostanze avrebbe probabilmente reagito con un po' meno flemma, soprattutto quando avere una quattro ruote a disposizione è tutto ciò che li separa dal finire in gattabuia. Ma questa volta, se non si considera il fatto che quella macchina aveva iniziato a piacergli dopo i primi cento chilometri senza cenni di cedimento, può anche chiudere un occhio. Non hanno merce con loro e gli affari che hanno da sbrigare in quella città richiedono un bel po' di tempo: avrebbero finito per doversene liberare comunque.
    Si sono fermati a ridosso di un ponte di legno, uno costruito per evitare di affondare con le ruote in una pozza di fango che qualcuno osa chiamare torrente, da quelle parti. La Mustang convertibile rossa fiammante, col suo tettuccio scoperto e le gomme nuove di zecca, ha preso a fumare da cinque minuti e si è fermata poi del tutto. Il fatto che Urja fosse alla guida potrebbe voler dire tutto o niente, ma non sarà il Silvano a commentare. Si limita ad accendersi una delle sue sigarette senza l'aiuto di nessun accendino e scendere dall'auto. Il fucile lo porta con sé fino al bagagliaio e lì lo infila nel borsone, che non può certo lasciare nel bayou alla mercé di chiunque. < Dai, aiutami a spingerla. Non mi va di lasciare i documenti al meccanico: mi sembra di tentare la sorte. > Parla sotto i baffi, mentre il fumo risale tra i peli biondi della barba e gli confonde la vista. Non che ne abbia bisogno, visto che la presenza della Furia è qualcosa di magicamente percepibile sempre, senza tregua. Cerca di usare la mano che non ha stretto in un fazzoletto, già intriso di sangue, per richiudere il bagagliaio dopo che anche l'altra ha preso il suo bagaglio.
    Dopo gli servirà solo una mano a spingere via quella ferraglia dalla strada. A bruciare le impronte ed ogni segno del loro passaggio ci penserà lui, o forse è la volta buona che lascia parte del divertimento alla figlia dell'inferno. In quanto a fuoco e fiamme se la battono sempre bene.

    Dalla periferia al French Quarter sarebbe stata anche più lunga, se non fosse stata New Orleans. Una passeggiata come quella non è certo paragonabile al dover passare da un quartiere ad un altro di Philly o New York, anche col peso di quel bagaglio sulle spalle. Ha tutti i suoi averi in un borsone marroncino, al momento passato a tracolla sulla maglietta bianca a maniche corte. Jeans e scarpe abbastanza leggere gli permettono di non affannarsi troppo, nel caldo umido della città delle lucciole e delle zanzare. Ma ha uno strato di sudore incollato alla faccia, tanto quanto le ciocche di capelli che hanno fatto fronte unico tra fronte e tempie. Persino la nuca deve tastarsela spesso, per accertarsi di non starsela squagliando al sole. < ...non dovrebbe mancare troppo al Casinò. > Tennessee Rucker ha sempre avuto il brutto vizio di assecondare troppo l'elemento a cui è affine, quello che lo rende un sovrannaturale. Come il fuoco è imprevedibile e spesso rischia di divampare per un soffio troppo forte. Ma fino a quei momenti, sembra che gli basti davvero poco per starsene tranquillo. La prospettiva di un hotel di lusso a spese di qualcun altro - almeno secondo i suoi piani - è una di quelle. Così ha lo sguardo di chi potrebbe tranquillamente passare il resto della giornata con un cappello sulla fronte ed una bottiglia di whisky tra le mani, per non lamentarsi. Invece deve continuare a camminare per le strade di quel maledetto paese, pieno zeppo di turisti che continuano a puntare loro gli occhi contro come se avessero la lista dei loro crimini scritta in fronte. Non si è accorto che parte della canna del fucile sbuca dalla zip del borsone e deve ringraziare la buona sorte se non hanno incrociato nessuno delle forze dell'ordine, occupate a fare ben altro che pattugliare una zona interna come quella. < Mh. Non ho capito se mi è cresciuto un paio di tette stanotte o se sono diventato incredibilmente interessante. > Le parole sono pronunciate a mezzo tono, con l'ennesima sigaretta tra le labbra che però spegne sull'asfalto calpestandola. Non si prende neanche la briga di sorridere, a quella che non era una battuta ma una constatazione sarcastica. Ed il sarcasmo raramente fa ridere qualcuno.
    < Okay, io faccio una pausa. Ci sarà un posto nei dintorni...> Il negozio di antiquariato di Cassandra è il primo che intercetta e l'ultimo che attira la sua attenzione, non subito. Lui preferisce il bar a due porte di distanza, verso cui allunga il passo prima di accorgersi che la Furia che lo accompagna non è più vicina a lui. Così gira sui tacchi per piantarle contro un paio di stanchi occhi azzurri, stretti in un taglio sospettoso. < Che stai guardando? > La vede fissare la vetrina e la faccia che ha non gli racconta niente di buono.
     
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