Altrimenti ci arrabbiamo!

Viktor & SHona

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    Viktor Nowak

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    <pensato Viktor>
    <<parlato Viktor>>
    <pensato Baraka>
    <<parlato Baraka>>



    Baraka al comando metteva sempre Viktor in uno stato di allerta, è una mina vagante più di quanto non lo fosse lui stesso e a complicare di più le cose c'erano Shona e quello che Vik provava per lei. Se già solitamente le cose finivano male in quell'occasione avrebbero potuto finire molto peggio.
    Il modo in cui Baraka piantò lo sguardo sul sedere della ballerina sparando il proprio apprezzamento a meno di cinque secondi da quando aveva preso il controllo mise Vik incredibilmente a disagio.

    < Lo vedi? Non puoi gestire la situazione V... > gli sibilò il demone, percependo i suoi pensieri < Stai buono e vedrai che andrà tutto bene.. >
    Le parole che avrebbero dovuto rassicurarlo, al contrario, lo fecero rabbrividire < E' stato un attimo Baraka, lasciami fare, posso farcela > si vergognò di come il tono sembrasse quasi implorante e allora corresse immediatamente il tiro < Tu non sei capace, tu bruci e squarti, tu.... > era a corto di parole < Tu sei un fottuto demone!>
    Baraka ridacchiò da perfetto bastardo ma non rispose, ora la sua attenzione si era spostata su Shona che lo aveva appena appellato con quel nomignolo
    << Ciao... >> fece schioccare la lingua squadrandola da capo a piedi <<ehi cucciolotta, stai parlando con il Mister Inferno in carica da oltre sei secoli... Oh... davvero spettacolari i coccodrillini! Ringrazia tanto la mamma.... >> gli occhi neri del demone si soffermarono in punti distanti da quelli di lei ed ignorando totalmente il consiglio datogli allarga il ghigno maggiormente << ... di tutto >>

    Se c'era una vaga possibilità che il doppio senso potesse passare inavvertito il gesto con le mani come a voler racchiudere l'intera Shona in quel "tutto" avrebbe tolto ogni dubbio e dopo aver lanciato un'altra occhiatina al sedere che ancora si agita affianco a loro informa Shona delle proprie intenzioni e si allontana.

    Baraka passa tra i tavoli ed i presenti con la stessa grazia di un treno merci che attraversa una stazione dove non è prevista fermata.
    Quel locale avrebbe mandato su di giri chiunque ed il demone non è da meno, le professioniste che si esibiscono attirano inevitabilmente il suo sguardo, tutt'altro che impassibile ai movimenti sincopati di quei ventri e a quei volteggi di corpi splendidi avvinghiati ai pali.

    < Poi sarei io quello distratto? > gli rinfaccia immediato Viktor, più per orgoglio che altro in realtà perchè è ben conscio di come il loro modo di essere distratti è estremamente diverso, dal canto suo Baraka nemmeno lo degna di una risposta dato che nel frattempo ha raggiunto il bancone del bar e si accomoda su di uno sgabello, dopo aver salutato ed ordinato, senza il minimo contegno Baraka segue la scollatura vertiginosa della barista ed anzi, si sporge in avanti sul bancone inspirando aria come fosse un segugio, la squadra giusto qualche attimo ancora prima di risponderle a denti stretti

    <<ma cos'abbiamo qui? >> è una domanda del tutto retorica e non perchè l'abbia "fiutata" realmente ma perchè l'aura che la Grigoriana emette il demone la conosce perfettamente << Prima il dovere bellezza... >> esita qualche istante allargando un ghigno malizioso e perverso << Anche se ammetto che l'idea di tenerti per le alucce mi stuzzica non poco... >> ma la frase è destinata a rimanere in sospeso perchè è la voce di Shona a farsi largo come un uragano, si era attardata un attimo per ricompensare la ballerina di prima ed era ricomparsa in men che non si dica.
    Baraka le rivolge un'occhiata vagamente stupita ma poi non riesce a non affondare lo sguardo nello "spirito di competizione" di lei
    << Addirittura per tre... Se prima mi incuriosivi ora hai la mia più completa attenzione tesoro! >> una citazione fin troppo conosciuta ma se la ridacchia comunque, il demone << Per fortuna che qui siamo in due allora >> ed il ghigno si allarga maggiormente a quella tacita sfida che la Bestia gli rivolge, lentamente Baraka ruota sullo sgabello voltandosi completamente verso di lei perdendo di vista la preparazione dei cocktail
    << Si - lo so >> che può fare quello che vuole e dal suo sguardo si può intuire chiaramente che quello che vuole ora ce l'ha di fronte << E' per questo che sono finito all'inferno! >>

    L'arrivo del ragazzo alle sue spalle passa inosservato a Baraka almeno fino a quando non ode la sua voce alle proprie spalle ed il demone è quindi costretto a spostare la propria attenzione da Shona al nuovo arrivato ruotando nuovamente sul proprio sgabello.
    Lo squadra da capo a piedi sempre senza il minimo contegno o discrezione e lo fissa mentre è Shona a rivolgergli la parola per prima.
    Solo quando la sua Bonnie ha detto tutto ciò che voleva dire Baraka si alza dallo sgabello e si avvicina al ragazzo, senza mai togliergli gli occhi di dosso.
    Un sorrisetto bastardo gli increspa le labbra, ora che è a pochi centimetri da lui
    << Bevi pure bello ma mi auguro che tu abbia davvero le risposte che cerchiamo... >> se lui non dovesse scostarsi Baraka andrebbe a sistemagli appena il vestito sulle spalle << E dimmi, The Black Cat ti dice niente? >>


     
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    < Io servo da bere, ragazzone, ma se dovessi avere un paio di belle corna a cui posso reggermi...potrei fare un'eccezione > La roba che sta infilando in quell'intruglio è senza nome. Il colore ha assunto tinte viola e ci sta spargendo una polverina che mescola affinché non abbia troppi, poco ragguardevoli grumi. Ma tanto nessuno dei due sta più guardando lei, così si perdono il resto delle aggiunte.
    Quando sia Shona che Viktor accolgono il ragazzo con un cenno di assenso, entrambi a modo loro, Milly versa l'intruglio in tre piccoli bicchieri - uno per ciascuno - e sembra che sia riuscita in un miracolo: ora splende di una piacevole sfumatura dorata ed il profumo è quello del più buon liquore speziato che abbiano mai annusato.

    Il ragazzo non si sposta dal gesto vagamente intimidatorio del Demone ed ha un sorriso sornione, ma divertito, verso entrambi. Persino Milly se la ride, come se la sapesse lunga su quello straccione, ma non dice una sola parola. < L'importante è che facciate le domande giuste. > Solleva il proprio bicchierino verso Shona. < Potete chiamarmi Ianus. Non so nulla di gatti ma conoscevo Paul. Qualcun altro prima di voi è venuto a cercarlo ma poi non so che fine abbia fatto. Ma sono quasi più che certo che sappiate meglio di me dove sia lui. Dico bene? >
     
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    Baraka la sta squadrando. Lei fa altrettanto, concentrandosi su ogni singola differenza venuta a galla e che ha cancellato ogni traccia di Viktor. Quello sguardo completamente di pece che ha addosso non manca di strapparle un brivido di apprensione, ma ha nessuna intenzione di cedere alla tentazione di abbassare lo sguardo. < Mister Inferno... > Ripete, scoprendo finalmente in quale modo trionfale gli piace essere chiamato. < Sei secoli, accidenti. Sei un Matusalemme > Beh, è colpita, non c'è dubbio. < Io ne ho solo ventiquattro fatti anche da poco. Non è un problema, vero? > Neanche stesse flirtando con lui, in quel caso bisognava appianare eventuali problemi sulla differenza d'età: c'era un immenso baratro tra loro. < Sono contenta che ti siano piaciuti > I coccodrillini. Ne sorride pure, soddisfatta. Almeno sino a quando l'allusione non la raggiunge in pieno. Solo che c'è quel ghigno che si allarga a confonderla e proprio non riesce a trattenersi dal chiedergli < Mi stai prendendo in giro? > C'è sempre il dubbio quando qualcuno si arrischia a farle qualche complimento. Lo era? No? Forse neanche importa. Si consola infilando banconote in slip stretti in anonimi glutei, perchè non si è manco presa la briga di guardare in faccia a chi appartengono davvero.

    E forse era meglio che dal bancone se ne teneva alla larga, perchè la concorrenza è feroce, a iniziare dalla barista. Alterna lo sguardo da Baraka alla Grigoriana e proprio non riesce a fare a meno di assottigliare lo sguardo su di lei. E sulla sua scollatura. Apre e chiude la mano in un pugno, sopprimendo la tentazione di afferrare quella testa mezza angelica e schiantargliela sul legno del bancone. Quando torna a fissare Baraka sta masticando rabbia tra i denti e inghiotte indietro grumi acidi di gelosia che le si piantano come coltellate sul fondo dello stomaco. < ... > E si ostina a tenere chiusa la bocca piuttosto che dare voce alla risposta piccata che aveva già pronta lì, sulla punta della lingua. La fronte appena increspata, deve stare riflettendo su qualcosa di spiacevole a cui non da voce, ma che le fa tendere gli angoli della bocca verso il basso. Ora si che ha effettivamente bisogno di mandare giù qualcosa, di bere. Adocchia verso l'intruglio con sospetto ma anche con curiosità. Il colore sembra invitante, come pure l'odore che le sta solleticando il naso. Ed è proprio quest'ultima a convincerla a chiudere cinque dita sul vetro e tirarsi il bicchiere vicino. E non sa ancora se possa essere stata una fortuna o una disgrazia aver trovato Ianus. O che lui abbia trovato loro. Lo guarda da sopra l'orlo del bicchiere, senza smettere di fissarlo.

    < Chi è venuto a cercarlo prima di noi? > Chiede, sorpresa. Il suo sorriso e la sua serenità sembrano sbagliati quando Mister Inferno gli arriva alle spalle. E il fatto che anche Milly se la stia ridendo le provoca una sensazione di sottile disagio. Scuote impercettibilmente la testa verso Baraka, come a suggerirgli di fare il bravo. Lei ha un altro modo per indagare senza elargire minacce e quello le sembra il momento buono per cercare di intrecciarsi alla mente di Ianus e provare a carpirne i pensieri. Vuole scavare in cerca della verità, di qualsiasi verità stia nascondendo dietro quell'aspetto da straccione [ Intreccio Mentale>Ianus ] E se le va bene, lui neanche dovrebbe accorgersene che lei gli sta frugando in testa. < Paul è morto > Lei a riguardo non sembra intenzionata a mentire. < E con lui anche il rituale che proteggeva il suo locale. Ed è un guaio. Ecco perchè siamo qui > Sta smuovendo tra le dita il bicchierino prima di decidersi a un primo assaggio di quell'intruglio. Solo quanto basta a bagnarsi le labbra e appena il palato per scoprirne la consistenza e il sapore. < Vorremmo qualche dritta su quel rituale. Solo che non sappiamo a chi chiedere... > Lo sguardo resta puntato sul presunto umano. Cos'è che sta pensando? Mentre lei se ne sta appollaiata su quello sgabello vagamente a disagio. Incrocia le gambe e senza neanche rendersene conto si accerta con due dita che l'orlo dell'abito corto non sia risalito eccessivamente sulle cosce.


    Intreccio Mentale
    I Licantropi hanno una forte connessione empatica dovuta allo spirito animale legato al proprio a causa della maledizione. I loro figli ereditano parte di questa peculiarità acquisendo la capacità di percepire i pensieri di tutti coloro che ha intorno e comunicare con loro telepaticamente.
    Importante:
    - può sentire qualunque pensiero l'altro personaggio decide di scrivere nel post e comunicare qualunque cosa voglia, direttamente nella sua mente.
    - se vuole percepire dai suoi pensieri se stia dicendo la verità o se vuole carpire informazioni importanti, dovrà tirare un dado su MENTE che il bersaglio può contrastare con un tiro su CARISMA.
    - la vittima non ha idea di questa intrusione mentale sinché non sarà la Bestia a comunicare mentalmente con lei.
    - la voce telepatica con cui comunicano è una "non-voce" totalmente mentale, non riconducibile quindi ad una singola Bestia. Non essendo prodotta dalle corde vocali, tutte le comunicazioni telepatiche sono uguali e non è possibile distinguerle tra Bestia e Bestia.
    Tipo di Azione: nessuno.
     
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    Viktor Nowak

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    <pensato Viktor>
    <<parlato Viktor>>
    <pensato Baraka>
    <<parlato Baraka>>



    No che non la stava prendendo in giro, la Bestia aveva fatto del suo meglio per attirare su di sè anche le attenzioni del Demone e ci era riuscita, forse però non era pronta a gestirle quelle attenzioni che erano di certo molto lontane da quelle che potrebbe dedicare un qualsiasi altro essere, come non era pronta a "giocare col fuoco" come aveva dichiarato.
    In realtà nessuno avrebbe potuto darle torto, nemmeno Viktor, che davanti alla reazione di Shona, poco dopo al bancone, non ebbe neanche la presunzione di rimanere deluso, vero che forse quella volta ci aveva sperato un pò troppo ma la realtà è sempre molto diversa da ciò che si pensa.

    < Sei davvero un bastardo... Sapevi che ci sarebbe rimasta di merda... > non fu che un filo di voce nella testa di Baraka che ancora, rivolto verso la Bestia, la stava fissando senza pietà con quel suo sorrisetto traverso.
    < Umani... Mezzi umani... Non c'è differenza, incoerenza... te li ricordi i suoi messaggi Vik? Beh guardala in faccia... > su quel broncio incazzato di chi sta mandando giù bile senza dire una parola per un nonnulla. Vik la guardò e non riuscì a non trovarla splendida persino così, maledetto -Click- di merda.

    L'arrivo di Ianus aveva catturato l'attenzione del demone, distogliendola da Shona. La prima cosa che Baraka notò, o meglio, non notò - fu la mancanza di una qualsiasi aura addosso a quel tipo. Il suo squadrarlo con insistenza in verità non era altro che una ricerca di qualcosa.

    Le probabilità di avere di fronte un semplice umano in un luogo come quello, per Baraka, erano molto vicine allo zero assoluto eppure quel tizio sembrava non appartenere a nessuna razza in particolare.
    Lo sguardo nero del demone scivolò addosso a Ianus, centimetro per centimetro. Sapeva con certezza che esistevano artefatti in grado di mascherare e/o celare l'aura magica ma essendo oggetti incantati potevano avere qualsiasi forma e dimensione, per questo motivo non tralasciò nemmeno un piccolo dettaglio del ragazzo: partendo dalla testa cercò di vedere se possedeva orecchini, piercing particolari (fuori o dentro la bocca, mentre parlava) ninnoli appesi al collo o persino tatuaggi che potessero essere ricondotti ad una sorta di sigillo, gli guardò le braccia e le mani valutando la presenza di bracciali o anelli.
    L'occhio di Baraka cadde persino lì dove dovrebbe esserci una cintura per verificare l'eventuale fattura della fibia e si sofferma lì dove dovrebbero esserci le tasche cercando di intuire se ci fosse qualcosa in esse. Quel tipo non lo convinceva per niente, sistemargli il vestito fu un pretesto per accorciare le distanze, avvicinarsi non solo per poterlo indagare meglio ma anche per imporgli la propria di aura ed eventualmente carpirne una qualsiasi reazione.

    Sarebbe stato utile capire con chi avessero a che fare quanto prima ma nel frattempo è Shona che comincia a parlare con il ragazzo e spiattella tutto per filo e per segno lasciando il Demone vagamente perplesso ed è palese questa perplessità nell'occhiata e nell'espressione che le rivolge traverso per qualche istante, mentre lei ancora sta spiegando.
    La cosa lo irrita non poco, mettere le carte in tavola così presto non era prudente dal suo punto di vista, ormai però non poteva farci nulla, era tutto "sul tavolo" quindi tornò a fissare Ianus sospirando per distendere i nervi.
    << Biondina? Smilza e con una cicatrice sul volto? Faccia un pò strippata? Magari un gatto brutto come la fame a farle compagnia? >> gli descrive Elsa, riferendosi a quel qualcuno che era venuto a cercare Serkin precedentemente. Era stata Elsa stessa a dire di essere venuta in quel posto, probabilmente si stava riferendo proprio a lei ma era meglio appurare.
    Detto questo afferrò l'ultimo bicchiere rimasto sul bancone e lo portò al naso, il profumo di spezie ricordò a Viktor un ottimo whiskey barricato e gioì immensamente, se non fosse che Baraka ancora esitava con quel bicchiere in mano: i suoi occhi neri osservarono le sfumature dorate del miscuglio presente nel bicchiere poi scivolarono sulla grigoriana. Il volto del demone questa volta era impassibile, il sorso che prese dal bicchiere fu solo un piccolo assaggio, ci si bagnò le labbra con cautela.

    << il locale in questione è appunto il Black Cat e faccio fatica a credere che conoscendo Serkin e quello che il suo locale rappresenta a New Orleans qualcuno non lo sappia>> tornò a fissare Ianus con insistenza mentre si rimetteva comodo sul proprio sgabello << Lui era uno stregone e quel locale garantiva alle creature magiche nel mondo umano un angolo di neutralità >> Baraka poggiò il bicchiere sul bancone e cominciò a farlo oscillare lentamente, facendo roteare il liquido dorato al suo interno. Fissava quel vortice dentro al proprio bicchiere come ipnotizzato e non distolse lo sguardo da esso quando riprese, rivolto a Ianus << Non appena l'incantesimo è stato spezzato il locale è stato "attaccato" e non possiamo permettere che succeda di nuovo... >> Baraka sembra essere assorto dalla danza del liquore in quella sua prigione di vetro ed il suo tono è vago, se Shona aveva già detto tutto tanto valeva metterci pure qualche particolare.

    Solo che la calma di Baraka era solo apparente, un lieve formicolio cominciò a percorrere il corpo di Viktor e questo lo mise in allarme.
    Quando gli occhi del Demone abbandonarono il bicchiere e tornarono a fissare Ianus il ghigno traverso era tornato a delinearsi sulle sue labbra << Che ci veniva a fare qui Paul Serkin? >>

     
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    La Sirena Ubriaca


    Il drink dorato da cui entrambi prendono un piccolo sorso ha un sapore piacevole, molto aromatico, che bagna le loro labbra senza nessun altro effetto indesiderato. Anche Ianus avrà lo stesso bicchierino ma a differenza loro lo butta giù d'un sorso.
    È vero che stesse sorridendo ma non sembra un sorriso ingannevole, quanto piuttosto leggero e divertito. Non è uno straccione sprovveduto e questo è chiaro, o non sarebbero neanche lì a rivolgergli la parola, ma per fortuna sembra onesto o comunque in grado di dare loro le risposte che cercano. Alla prima domanda di Shona non dovrà rispondere, perché Baraka lo farà al posto suo. < Ah sì, la conoscete? Una biondina bizzarra, deve essere stata l'amica che nominava sempre. > Lo sguardo si incupisce quando conferma con un cenno la risposta della Bestia. < Si, abbiamo saputo. Una brutta faccenda, mi dispiace per il vostro amico > O quello che suppone sia tale, altrimenti perché sarebbero lì?
    Il discorso di Baraka trova Ianus in silenzio per tutto il tempo e solo alla domanda finale lo straccione si volta totalmente verso di loro, con un sorriso tagliente ma educato. < Questo suppongo non sia affare tuo > Cosa ci facesse Paul Serkin lì dentro. < E qualcuno dovrebbe insegnarti a non fare troppe supposizioni e tenere giù quella cresta tanto appuntita che ti ritrovi, quando sei tu ad aver bisogno di qualcosa. Non credi? > Strizza un occhio a Baraka, senza dismettere quel sorriso che ha assunto un'aria lontanamente minacciosa. Addosso a Ianus non sembrano esserci monili o segni di qualcosa che occulti la sua aura e nella sua testa, Shona legge soltanto un buon apprezzamento su quel drink che ha appena scolato. < Vi racconterò una storia. C'era un tempo in cui gli le Streghe e gli Stregoni erano in grado di fare qualunque cosa ed era il tempo in cui quelle piccole Cosucce a cui vendono la loro anima ancora erano potenti e camminavano tra noi. Davvero una bella faccenda, allora sì che valeva la pena studiare Stregoneria, sapete? Adesso sono soltanto dei servetti in cambio di qualche trucco di magia che riesce a fare il suo effetto perché non c'è in giro niente che possa davvero farli sfigurare, non più. Però ogni tanto si trovano ancora alcuni di quei rituali che prima era davvero facile che funzionassero e che ora, beh, hanno un certo costo. Un anno di vita per ciascun rituale, a quanto pare, ma ehi...potrebbe valerne davvero la pena a volte. Ne ho visti di Stregoni pronti ad utilizzarli: sono davvero potenti. Ve ne posso passare uno, ma come ho detto a Paul lo dico anche a voi: nulla è gratuito, amici miei, soprattutto quando si ha a che fare con la magia. > Viktor dovrebbe saperlo bene, ormai. < Nulla di troppo importante: voglio sapere i vostri nomi. I vostri veri nomi, completi. Diciamo che mi serve come garanzia che non tentiate di fregarmi senza che possa difendermi. >
     
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    Cosa stesse pensando in quel momento la Bestia restava nei confini della sua fronte corrugata e in un paio di occhi che si erano ridotti in due fessure mentre guardava il proprio drink. Non poteva neanche sapere invece quello che stava passando nella testa di Viktor e del suo demone: non diventano loro il bersaglio delle sue capacità. E l'unica cosa che scopre nella testa di Ianus è lo stesso apprezzamento che lei stessa sta riservando a quel drink con cui si è bagnata appena le labbra. Allora lo imita, svuotandolo tutto d'un fiato, appoggiando il bicchierino sul bancone che copre con il palmo della mano prima di ruotarlo tra le dita con nervosismo. < E' buona questa roba... > Ammette, sorpresa.

    Quello che sta facendo la mezzosangue è mantenere il controllo per evitare qualsiasi colpo di testa tipico del suo carattere. Non in un territorio sconosciuto, del tutto nuovo, che sta ancora esplorando. Chissà se le leggi e le regole sono le stesse di New Orleans, o diverse e più brutali. Ci sta pensando in ritardo, perchè lì è arrivata del tutto impreparata, ma intende andarci cauta. Non intende neanche fare la sbruffona, ci sta già pensando Baraka. E quello non sembra piacere - giustamente - a Ianus. < Concordo. Ha un brutto caratteraccio. Ma possiamo perdonarlo, no? > Il demone. Perchè se quest'ultimo la guarda perplesso lei lo ammonisce con un'occhiata delle sue che sembra solo suggerirgli di darci un taglio. < Restiamo concentrati > Sul vero obiettivo che li ha condotti sino lì: il rituale. Le basta anche sapere che solo Elsa è andata a cercare Paul, e nessun altro < E facciamoci un altro giro di drink, mh? > Facendo cenno alla barista di riempire di nuovo il bicchiere del tizio. Non che abbia bisogno di sciogliergli ulteriormente la lingua, ci pensa da solo, raccontando loro una storia. Una interessante che la fa sporgere leggermente verso di lui. < Un anno di vita? > Ed è quel dettaglio che le fa storcere la bocca,: non vuole mica accorciare la vita all'unico Stregone che conosce. Sta scuotendo impercettibilmente la testa, ma non alla possibilità di ottenere quel rituale. < Tutto qua? Vuoi sapere solo i nostri nomi? > E lei si stava sicuramente cacciando in qualche guaio, poco ma sicuro. < Shona O'Brien > In fondo è solo un nome. Che ne sa lei di quello che possono essere in grado di farci davvero. Probabilmente lo scoprirà sulla propria pellaccia, ma la Bestia è lì per uno scopo, neanche egoistico: si tratta del Black Cat. E dei sovrannaturali che se lo meritano un posticino tranquillo. Forse è troppo avventata, ma ne ha ancora di strada da fare per arrivare alla vera saggezza: ha solo ventiquattro anni. E ancora ne deve prendere di calci nel sedere per ammansirsi. E tra impetuosità e istinto è alquanto impaziente di arrivare al dunque, di avere qualcosa per le mani. Per quello guarda Ianus con insistenza, senza nascondere una leggera inquietudine quando si agita appena sullo sgabello.

    < Ah, dimenticavo. C'è anche un'altra cosa... > Visto che lui sembra saperla lunga, resta ancora il mistero della biglia. Fruga nella borsa per tirare fuori il... < Cellulare > Avvisa, per evitare che possano pensare che stia tirando fuori chissà quale arma: non lo sa quanto possano essere sensibili da quelle parti. < Hai idea di cosa sia questa? La scritta sembra magica... > Gira il cellulare verso di lui in modo da mostrargli la foto della biglia con la scritta Be Rogue < Magari in cambio di questa informazione ti serve la mia data di nascita? > Azzarda, con un mezzo sorriso nervoso e un tono leggero, scherzoso. Ma è solo un modo per dirgli che è disposta a pagare per poterne sapere di più anche su quello.
     
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    Ianus sembra piuttosto soddisfatto del fatto che da quel momento in poi sia solo Shona a parlargli. Se l'istinto del Demone gli ha suggerito bene, allora quel ragazzo ha qualcosa da nascondere ed è meglio non sfidarlo. Come ha detto: basta fare le domande giuste ed otterranno tutte le risposte che vogliono, il chè include anche il "modo" in cui vengono poste.
    < Un anno di vita. Non è un prezzo troppo alto, se si considera cosa possano darti in cambio questo tipo di rituali. C'è qualcosa di peggio da poter pagare, che non un singolo, misero anno di vita. Novanta, ottantanove, cosa cambia? > sorride, accettando di buon grado il secondo giro di drink. Lo butta giù d'un sorso, brindando al Demone che si è offerto - poco volontariamente - di pagare. Quando sente la facilità con cui Shona lo mette a conoscenza del suo nome di battesimo, lo sguardo s'illumina di una luce che i suoi occhi neri non dovrebbero neanche avere. Dura un attimo ma era lì, assieme al movimento delle mani con cui riassesta i capelli scuri sulla testa e scende dallo sgabello. < Piacere di conoscerti, allora. > Allunga la mano verso la mezzosangue, ma non gliela stringerà nella propria: se quella farà cenno di voler allungare la sua, lui proverà a portarsi il dorso al volto e lasciarvi un delicatissimo bacio a fior di labbra. In realtà non sfiorerà nemmeno la sua pelle, mimando soltanto un gesto di stramba cavalleria se associata alla sua figura. < E mi raccomando, passate pure a trovarmi quando volete. Gli amici di Paul sono anche i miei amici. > Lasciando la presa, Shona sentirà che tra le sue dita c'è improvvisamente qualcosa di solido. Un piccolo pezzo di carta arrotolato su sè stesso, grande quanto il suo palmo ma ripiegato più e più volte. Ianus sta per lasciarli ma lei lo ferma un'ultima volta e quando guarda sullo schermo del cellulare, una risata spezza la discussione sul nascere. < So io cos'è quello. > Milly si è sporta a sbirciare mentre rimetteva a posto le bottiglie sotto il bancone ed ora sta indicando lo schermo. < I Rogue. Una banda di deliquenti. Non li prenderete mai, sono un mucchio di sovrannaturali a cui piace creare un sacco di problemi. Anni fa erano una piaga, persino per la Città Magica, ma era da un po' che non si sentivano. Vi consiglio di non andare neanche a cercarli, se ci tenete alla pelle. > Mentre la barista torna a farsi gli affari suoi, Ianus è già scomparso da diversi secondi e i due non troveranno più nessuno accanto a loro.
     
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    23 yo / Mezzosangue / Buttafuori

    Bestia


    < Com'è che lo fate questo drink? > Perchè assaggiato il primo ne vuole già un altro. E probabilmente non si fermerebbe neanche a quello. Ma sta già pensando la mezzosangue a come sarebbero contenti i clienti del Black Cat di bagnarsi la gola con quello strano intruglio. Arrischia un'occhiata verso la grigoriana, ma è di Ianus che a conti fatti le importa davvero. Lui ha pure ragione, è pur sempre solo un anno, a conti fatti è un prezzo ragionevole. Eppure... < Ma sono sempre trecentossessantacinque giorni senza di lui... > Mormora, pensierosa. Perchè non è mica uno Stregone qualunque quello che dovrebbe privarsi di un anno di vita. E' già faticoso così, rubare tempo al tempo, ai suoi impegni, per strappargli qualche misera ora di compagnia. E' pur sempre tempo prezioso per chi non può aspirare all'immortalità, che Ianus possa capire o meno il nocciolo della questione o ignorarlo con una scrollata di spalle. Quello che proprio non si aspetta la Bestia è di vedere quell'apparente straccione esibirsi in una galanteria di altri tempi. Lei si aspetta di stringergli la mano che gli ha teso spontaneamente per sigillare la propria presentazione. Invece ha gli occhi completamente sgranati a quella parvenza di baciamano e diamine, si sente arrossire sino alla radice dei capelli. Non è mica abituata a quel tipo di galanteria, figurarsi. Quelle sono cose che spettano solitamente sempre alla fanciulle più carine e delicate. < Ahm, piacere mio... > Deve sembrare buffa, perchè neanche cerca di nascondere lo shock e l'imbarazzo che la sua faccia sta sicuramente ostentando. E si, un onesto spasmo di piacere per quel quasi bacio accennato ma mai arrivato davvero. < Davvero? > Non si può dire direttamente amica di Paul, non ci ha mai scambiato una sola parola. Ma di certo lei non si metterà a ribadire il contrario se questo significa poter recuperare qualche altra informazione da lui e tornare a farsi un altro drink. Non guarda più Ianus e neanche si azzarda a guardare Viktor. Invece apre il palmo, scoprendo quel pezzo di carta ripiegato. Quando gliel'ha infilato tra le dita? Non se n'è mica accorta. < Grazie > Chissà chi è davvero Ianus. Straccione e galante, inquietante ma amichevole. Sicuramente sembra saperla lunga, ma non sa neanche se ha fatto bene ad affidargli il proprio nome.
    E poi Milly torna ad avere tutta la sua attenzione. E' lei a riconoscere la biglia e solo per quello le passa la voglia di malmenarla. Non può mica prendersela solo perchè lei è troppo bella. Troppo disponibile. Troppo tutto. E poi i drink che fa sono davvero celestiali. < E questi Rogue devono giusto venire a rompere le palle al Black Cat dopo essersi dati una svegliata? > Che rottura. < Come se non avessimo già abbastanza rogne. Ma con il cazzo che permetterò che facciano i loro porci comodi, fosse anche l'ultima cosa che faccio. A calci in culo li prendo. Li faccio piangere per la miseria! > Del resto l'ha promesso a Elsa. Gli O'Brien risolvono i problemi, così le ha detto, e una promessa è una promessa. Non si sa bene neanche se lo stia dicendo alla barista o a Viktor, perchè sicuro quando si guarda attorno non vede più neanche Ianus. Peccato, non ha fatto in tempo a salutarlo. < Bene. Benissimo. E guerra sia > Brontola, mentre si alza, sul piede di guerra per davvero e con la fretta di riferire a Elsa quanto ha scoperto. Sempre se quella nel frattempo non si sia tagliata i polsi, o non abbia ingoiato qualche pillola di troppo. < A presto tesoro > Saluta Milly e si appresta a lasciare la Sirena. A Viktor la scelta di seguirla o restare per scoprire quali altri bollenti piaceri può scovare in quel piccolo angolo di paradiso.


    Edited by MaiUnaGìoia - 29/10/2021, 22:42
     
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